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Ep. #1 - 28/10/2022: Da Empoli a Parigi, dentro la Tempesta! Bianconero - il Podcast, Stagione 2 (#18)

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Bianconero, il Podcast che parla di Juve e di Juventus! Episodio 1, Seconda Stagione - 20/10/2022

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Da Empoli a Parigi, dentro la Tempesta!

La settimana, quella calcistica si intende, era iniziata abbastanza bene con il roboante 4-0 sull’Empoli. Qualche tifoso e qualche testata giornalistica, dopo la vittoria sui toscani, rilanciavano la candidatura della Juventus come addirittura una delle pretendenti allo scudetto.

Se vogliamo dirla tutta, per chi ha visto la partita, in realtà non sono stati 90 minuti di rose e fiori… dopo l’1 a 0 infatti, si sono rivisti i fantasmi che oramai accompagnano i bianconeri da 3/4 anni a questa parte:

Appena passati in vantaggio, infatti, c’è stato il solito tentativo di andare in controllo della partita abbassando i ritmi di gioco… Non che ci sarebbe niente di male se stessimo parlando degli ultimi minuti di una sfida, chessò tipo il 75°, ad un quarto d’ora dalla fine… peccato che questo succede troppo spesso ad inizio gara e cito:

  • Contro il Benfica in casa all’andata, siamo andati in vantaggio con Milik dopo soli 4 minuti, partita poi persa proprio per l’abbassamento del ritmo.
  • Contro lo Spezia, sempre in casa e con a segno Vlahović dopo 9 minuti… ma con una partita realmente messa in ghiaccio solo al 92esimo.
  • In trasferta contro la Fiorentina, stesso copione, sempre in vantaggio con Milik al 9° minuto, match poi pareggiato.
  • Contro l’Empoli, per l’appunto, dove siamo andati in vantaggio nei primi minuti, esattamente all’8° minuto con McKennie… pensare di poter andare in controllo per i successivi 82 minuti è, a mio avviso, pura follia.

Insomma la superficialità di approccio e i soliti Cali di tensione riconosciuti tra li righe dallo stesso Allegri.

Al di là della prestazione, il risultato è stato sicuramente gratificante per una squadra che in campionato non aveva ancora vinto due partite di fila (Torino ed Empoli per l’appunto).Quindi, quantomeno a livello di morale, c’erano i presupposti per un avvicinamento con spirito positivo a martedì 25 ottobre, giornata che poi come abbiamo visto si è giocata su due campi:

  • Quello giuridico
  • Quello sportivo

Infatti, le aperture dei giornali di martedì mattina, facevano riferimento alle voce iniziate a circolare nel tardo pomeriggio di lunedì 24 ottobre, secondo le quali i PM che indagano sul caso plusvalenze e falsa comunicazione di bilancio avrebbero chiesto addirittura i domiciliari per Andrea Agnelli, richiesta che mi è sembrata più che altro una provocazione poi ovviamente rigettata dal Gip.Su questo argomento vi invito a leggere l’articolo di martedì 25 ottobre scritto su Tuttosport dal direttore Guido Vaciago, che analizza bene la questione.
Quando si dice “il buon giorno si vede dal mattino”, mai proverbio fu più azzeccato per la giornata di martedì della Juventus iniziata con la legge e terminata con la disfatta di Lisbona.
Disfatta perché, al di là del solo gol di scarto fatto registrare a tabellino, la realtà è stata quella di un assedio totale che in soli 70 minuti ha distrutto le (poche) certezze della squadra titolare, che era obbligata a vincere e che veniva per l’appunto dallo slancio dato dalle vittorie contro il Toro nel Derby e in casa contro l’Empoli.

Molti tifosi gridavano alla vergogna, io invece sussurravo l’imbarazzo che provavo nel vedere una squadra scesa in campo senza grinta, senza mordente, senza corsa e soprattutto senza un’idea di gioco.

Musiche by Otis McDonald - Wolf Kisses

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La settimana, quella calcistica si intende, era iniziata abbastanza bene con il roboante 4-0 sull’Empoli. Qualche tifoso e qualche testata giornalistica, dopo la vittoria sui toscani, rilanciavano la candidatura della Juventus come addirittura una delle pretendenti allo scudetto.

Se vogliamo dirla tutta, per chi ha visto la partita, in realtà non sono stati 90 minuti di rose e fiori… dopo l’1 a 0 infatti, si sono rivisti i fantasmi che oramai accompagnano i bianconeri da 3/4 anni a questa parte:

Appena passati in vantaggio, infatti, c’è stato il solito tentativo di andare in controllo della partita abbassando i ritmi di gioco… Non che ci sarebbe niente di male se stessimo parlando degli ultimi minuti di una sfida, chessò tipo il 75°, ad un quarto d’ora dalla fine… peccato che questo succede troppo spesso ad inizio gara e cito:

  • Contro il Benfica in casa all’andata, siamo andati in vantaggio con Milik dopo soli 4 minuti, partita poi persa proprio per l’abbassamento del ritmo.
  • Contro lo Spezia, sempre in casa e con a segno Vlahović dopo 9 minuti… ma con una partita realmente messa in ghiaccio solo al 92esimo.
  • In trasferta contro la Fiorentina, stesso copione, sempre in vantaggio con Milik al 9° minuto, match poi pareggiato.
  • Contro l’Empoli, per l’appunto, dove siamo andati in vantaggio nei primi minuti, esattamente all’8° minuto con McKennie… pensare di poter andare in controllo per i successivi 82 minuti è, a mio avviso, pura follia.

Insomma la superficialità di approccio e i soliti Cali di tensione riconosciuti tra li righe dallo stesso Allegri.

Al di là della prestazione, il risultato è stato sicuramente gratificante per una squadra che in campionato non aveva ancora vinto due partite di fila (Torino ed Empoli per l’appunto).Quindi, quantomeno a livello di morale, c’erano i presupposti per un avvicinamento con spirito positivo a martedì 25 ottobre, giornata che poi come abbiamo visto si è giocata su due campi:

  • Quello giuridico
  • Quello sportivo

Infatti, le aperture dei giornali di martedì mattina, facevano riferimento alle voce iniziate a circolare nel tardo pomeriggio di lunedì 24 ottobre, secondo le quali i PM che indagano sul caso plusvalenze e falsa comunicazione di bilancio avrebbero chiesto addirittura i domiciliari per Andrea Agnelli, richiesta che mi è sembrata più che altro una provocazione poi ovviamente rigettata dal Gip.Su questo argomento vi invito a leggere l’articolo di martedì 25 ottobre scritto su Tuttosport dal direttore Guido Vaciago, che analizza bene la questione.
Quando si dice “il buon giorno si vede dal mattino”, mai proverbio fu più azzeccato per la giornata di martedì della Juventus iniziata con la legge e terminata con la disfatta di Lisbona.
Disfatta perché, al di là del solo gol di scarto fatto registrare a tabellino, la realtà è stata quella di un assedio totale che in soli 70 minuti ha distrutto le (poche) certezze della squadra titolare, che era obbligata a vincere e che veniva per l’appunto dallo slancio dato dalle vittorie contro il Toro nel Derby e in casa contro l’Empoli.

Molti tifosi gridavano alla vergogna, io invece sussurravo l’imbarazzo che provavo nel vedere una squadra scesa in campo senza grinta, senza mordente, senza corsa e soprattutto senza un’idea di gioco.

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