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ANALISI CRITICA DEI FATTI ECONOMICI DELLA SETTIMANA CON ANDREA FUMAGALLI: DAVOS, OFFERTA MPS SU MEDIOBANCA, EX ILVA

 
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L’analisi critica dei fatti economici della settimana, venerdì 24 gennaio su Radio Onda d’Urto, con il nostro collaboratore Andrea Fumagalli.

I temi affrontati: il rapporto di Oxfam presentato a Davos su disuguaglianze economiche e sociali nel mondo e l’intervento del presidente Usa Trump a Davos; lo stanziamento del governo di 250 milioni di euro all’ex Ilva e l’offerta pubblica del Monte dei Paschi di Siena per scalare Mediobanca.

DAVOS – Come ogni anno, in occasione del meeting del World Economic Forum che si svolge a Davos, in Svizzera, Oxfam presenta il rapporto sullo stato delle disuguaglianze economiche e sociali nel mondo. Un quadro sempre più allarmante emerge a livello globale: da un lato, miliardi di persone vivono in povertà, mentre, dall’altro, un numero ristretto di super-ricchi continua ad accumulare fortune a ritmi vertiginosi. Il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone. In Italia, il 10% più ricco dei nuclei familiari sono titolari di quasi tre quinti della ricchezza netta del Paese. Il 5% più ricco è titolare del 47,7% della ricchezza nazionale, quasi il 20% in più della ricchezza complessivamente detenuta dal 90% più povero, mentre la metà più povera delle famiglie italiane detiene appena il 7,4% della ricchezza nazionale. Nel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro – al ritmo di 166 milioni di euro al giorno – raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. Il 63% della ricchezza miliardaria in Italia è frutto di eredità.

Sempre a Davos prima uscita pubblica internazionale (seppur in video) per Donald Trump che ha attaccato l’Unione Europea. L’assalto si è incentrato sulle regole europee per le piattaforme del Big Tech. «L’Ue tratta gli Stati Uniti molto slealmente», ha detto Trump, portando un esempio: gli europei «vogliono 15 o 16 miliardi da Apple, da Google. Per quanto mi riguarda è una forma di tassazione e non dovrebbero farlo». Fa carta straccia della green economy, mentre alle imprese lancia un proprio appello personalizzato: “Il mio messaggio alle imprese di tutto il mondo è: venite a produrre in America e otterrete le tasse più basse possibili“, scandisce. “Decidete di realizzare i vostri prodotti non da noi- minaccia – dovrete pagare miliardi in dazi”.

ILVA – Dall’Italia. In attesa di un nuovo proprietario, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stanziamento di 250 milioni di euro per Acciaierie d’Italia, ex Ilva. I termini per presentare le offerte vincolanti per acquisire l’ex Ilva sono scaduti il 10 gennaio, ma è stata disposta una proroga al 31 gennaio. In gara la cordata azera (Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company) e gli indiani di Jindal Steel International, mentre le sigle sindacati chiedono una quota pubblica nella nuova Ilva come garanzia produttiva, industriale e anche occupazionale.

BANCHE – Infine Monte dei Paschi di Siena che ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca da 13,3 miliardi. L’istituto di credito più antico del mondo tenta così la scalata al tempio della finanza italiana, custode fra l’altro del 13% di Generali. Nell’operazione potrebbero giocare un ruolo decisivo due clan familistici storici del capitalismo italiano: il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio che, nell’insieme detengono il 27,6% di Mediobanca e il 15% di Mps, nonchè il 16,86% di Generali. Un ruolo cruciale lo potrà avere anche il governo, perché è socio all’11% dell’istituto senese. Mediobanca ha definito al momento l’offerta non concorda e “ostile”.

Andrea Fumagalli, docente di economia politica all’università di Pavia. Ascolta o scarica

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DAVOS – Come ogni anno, in occasione del meeting del World Economic Forum che si svolge a Davos, in Svizzera, Oxfam presenta il rapporto sullo stato delle disuguaglianze economiche e sociali nel mondo. Un quadro sempre più allarmante emerge a livello globale: da un lato, miliardi di persone vivono in povertà, mentre, dall’altro, un numero ristretto di super-ricchi continua ad accumulare fortune a ritmi vertiginosi. Il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone. In Italia, il 10% più ricco dei nuclei familiari sono titolari di quasi tre quinti della ricchezza netta del Paese. Il 5% più ricco è titolare del 47,7% della ricchezza nazionale, quasi il 20% in più della ricchezza complessivamente detenuta dal 90% più povero, mentre la metà più povera delle famiglie italiane detiene appena il 7,4% della ricchezza nazionale. Nel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro – al ritmo di 166 milioni di euro al giorno – raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. Il 63% della ricchezza miliardaria in Italia è frutto di eredità.

Sempre a Davos prima uscita pubblica internazionale (seppur in video) per Donald Trump che ha attaccato l’Unione Europea. L’assalto si è incentrato sulle regole europee per le piattaforme del Big Tech. «L’Ue tratta gli Stati Uniti molto slealmente», ha detto Trump, portando un esempio: gli europei «vogliono 15 o 16 miliardi da Apple, da Google. Per quanto mi riguarda è una forma di tassazione e non dovrebbero farlo». Fa carta straccia della green economy, mentre alle imprese lancia un proprio appello personalizzato: “Il mio messaggio alle imprese di tutto il mondo è: venite a produrre in America e otterrete le tasse più basse possibili“, scandisce. “Decidete di realizzare i vostri prodotti non da noi- minaccia – dovrete pagare miliardi in dazi”.

ILVA – Dall’Italia. In attesa di un nuovo proprietario, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stanziamento di 250 milioni di euro per Acciaierie d’Italia, ex Ilva. I termini per presentare le offerte vincolanti per acquisire l’ex Ilva sono scaduti il 10 gennaio, ma è stata disposta una proroga al 31 gennaio. In gara la cordata azera (Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company) e gli indiani di Jindal Steel International, mentre le sigle sindacati chiedono una quota pubblica nella nuova Ilva come garanzia produttiva, industriale e anche occupazionale.

BANCHE – Infine Monte dei Paschi di Siena che ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca da 13,3 miliardi. L’istituto di credito più antico del mondo tenta così la scalata al tempio della finanza italiana, custode fra l’altro del 13% di Generali. Nell’operazione potrebbero giocare un ruolo decisivo due clan familistici storici del capitalismo italiano: il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio che, nell’insieme detengono il 27,6% di Mediobanca e il 15% di Mps, nonchè il 16,86% di Generali. Un ruolo cruciale lo potrà avere anche il governo, perché è socio all’11% dell’istituto senese. Mediobanca ha definito al momento l’offerta non concorda e “ostile”.

Andrea Fumagalli, docente di economia politica all’università di Pavia. Ascolta o scarica

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