MEDIO ORIENTE: RAID ISRAELIANI SUGLI OSPEDALI IN LIBANO, NORD DI GAZA ANCORA ASSEDIATO. I COLONI: “RIOCCUPARE TUTTO”
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Medio Oriente. A Gaza Tel Aviv continua ad ammazzare centinaia di persone nel nord assediato: in 18 giorni oltre 700 i morti solo a Jabalia, che resta circondata via terra e cielo. L’Unrwa ha denunciato ancora il blocco degli aiuti umanitari, mentre altri raid israeliani a nord hanno fatto oggi, martedì 22 ottobre, almeno 15 morti a Beit Lahia.
L’Unrwa ha lanciato un SOS per il suo staff a nord della Striscia, che al pari della popolazione civile “non riesce a trovare cibo, acqua o assistenza medica”, si legge nel comunicato. “L’odore della morte è ovunque mentre i corpi vengono abbandonati sulle strade o sotto le macerie. Le missioni per rimuovere i corpi o fornire assistenza umanitaria vengono negate. Le persone aspettano solo di morire”.
In un anno (e più) di genocidio, i morti ufficiali sono 42.718, con 100.282 feriti. Incalcolabile il numero dei dispersi, sotto le macerie: migliaia e migliaia, con i soccorsi che non possono raggiungerli.
Mentre il genocidio avanza, migliaia di coloni e israeliani di destra si sono riuniti a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza per lanciare il loro piano di occupazione stabile e duratura della Striscia, con tanto di colonie israeliane. Con loro diversi ministri e deputati di destra, arrivati nei pressi del kibbutz Beeri, uno dei luoghi più noti dell’attacco del 7 ottobre 2023.
Sul meeting dei coloni israeliani di ultradestra, intenzionati a occupare Gaza stabilmente, l’intervista a Michele Giorgio, corrispondente da Gerusalemme del quotidiano Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri. Ascolta o scarica
Libano: almeno 13 raid aerei israeliani nelle immediate vicinanze dell’ospedale Al-Sahel, a Beirut sud, con 13 vittime e 60 feriti. Il nosocomio sta evacuando i pazienti di fronte ai raid, che in Libano hanno provocato in meno di un mese 2.500 vittime e 12mila feriti. Tel Aviv sostiene che sotto l’ospedale vi sia il bunker finanziario di Hezbollah, che intanto resiste via terra, bloccando l’avanzata israeliana a sud.
Sempre Hezbollah ha lanciato circa 200 razzi nelle ultime ore in territorio israeliano. Presa di mira una base navale ad Haifa e una dell’intelligence a Tel Aviv, dove sono risuonate le sirene d’allarme nelle stesse ore in cui arrivava il segretario di stato Usa Blinken, il più filo Netanyahu tra gli esponenti della Casa Bianca, alle prese tra sole due settimane con le elezioni presidenziali Usa.
A Beirut invece c’è un altro esponente dell’Amministrazione Usa, Hochstein, che ha presentato il piano della Casa Bianca sul Libano. Di fatto, è la copia carbone dei diktat israeliani: “Lo scopo della proposta – si legge – è impedire qualsiasi presenza armata nei villaggi libanesi vicini al confine, ossia espandere l’area dove non ci sarà la presenza di Hezbollah di diversi chilometri oltre il fiume Litani. L’Unifil, la missione Onu, “verrà rafforzata e avrà l’autorità di perquisire case, veicoli o avamposti sospettati di contenere armi”, ovviamente…solo sul lato libanese del confine.
Sulla situazione in Libano, l’aggiornamento e l’analisi di Mauro Pompili, giornalista freelance attualmente a Beirut Ascolta o scarica
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